Wadi Halfa – Riposo … in attesa del traghetto per Assuan

Oggi voglio riposarmi …

t-51-p1030627

Ieri mi sono addormentato alle nove, questa camera non offre il silenzio naturale di Abu Sara o Melik el Nasir, e in un albergo più o meno convenzionale come questo non si può portare il letto fuori, se ti svegli non vedi le stelle e la luna intorno a te, avvolto nel silenzio totale, vedi solo la luce del frigorifero e senti il rumore del condizionatore e delle pale della ventola, fa fresco come fuori ma con un dispendio di energia infinitamente superiore.

Il Sudan è finito, ci eravamo preoccupati all’inizio perchè sulla carta questo bellissimo paese sembrava non dare sufficienti approdi, invece è stato tutto il contrario, gente fantastica e accoglienza meravigliosa. I governi e le religioni sono una cosa, le persone sono un’altra cosa. Gli attriti religiosi sono scatenati da chi si occupa di religione a tempo pieno, pensa che il nostro Dio e il loro Dio, o viceversa, non sono uguali o lo stesso ma ce ne sia uno migliore, o che noi siamo più giusti, e così via, in momenti difficili purtroppo accade che queste persone trovino seguito, e possono iniziare frizioni e lotte, che continuano per anni, tanto che non ci si ricorda più bene chi ha cominciato e perchè.

I dolci di Wadi Halfa non sono per niente male e sono perfetti con lo yoghurt, il gestore della pasticceria stamattina mi ha dato dei datteri gialli freschi enormi buonissimi, chissà perchè da noi arrivano solo quelli secchi … i negozi aprono tardi e chiudono presto causa Ramadan … ci sono gli stessi Bajai dell’Etiopia ma qui sono neri e li chiamano tuk tuk … al mattino ci sono in giro tante donne che comprano gli alimentari che cucineranno al pomeriggio per la cena della sera post Ramadan.

Una delle prime ricerche a casa che mi ricordo, con la mia maestra Iolanda Maestroni, fu su Sadat e Begin, che vinsero il premio Nobel per la pace, in seguito al trattato di pace che firmarono a Washington, dopo gli accordi di Camp David facilitati da Jimmy Carter presidente Americano famoso per la passione per le arachidi. Mi sono sempre interessati i posti lontani e le loro storie, mi ricordo che con mia madre trovai dei giornali che parlavano dell’argomento, li ritagliai e incollai sul quaderno, era una delle prime prese di coscenza di altri mondi. Ci rimasi male quando vidi in televisione che Sadat venne ucciso dagli estremisti che non avevano visto di buon occhio il trattato di pace, a Sadat succedette Mubarak, adesso non so bene chi ci sia, ma non ci sono dubbi che la democrazia è sempre una questione difficile in Africa. In questo contesto la ‘mia’ Zambia ha dato un segnale importante lo scorso settembre dimostrando che si può, e si deve, cambiare in maniera pacifica.

Mi è sempre risultato difficile a pensare l’Egitto come Africa, questi stati del Nord Africa che si affacciano sul mediterraneo, nella mia testa sono sempre stati in un limbo tra Europa e Africa, mi fa ridere che qui in Sudan a volte quando dico che vengo dallo Zambia, mi dicono ‘ah Africa …’ chissà da dove viene questa nostra abitudine al dare importanza al luogo di provenienza, e nel riconoscere, con qualche eccezione gli stati più a Sud come più sfigati …

Per quanto riguarda il mio viaggio Africa o non Africa, non devo sottovalutare i prossimi chilometri fino al Cairo o ad Alexandria, non so ancora da dove arriverò in Italia, in puro stile africano, e cercare a questo punto che sono riuscito ad arrivare qui in tempo ad arrivare a Londra per la cerimonia di aperture delle Paralimpiadi, anche se non sarà una passeggiata.

Il traghetto partirà nel pomeriggio di domani, tra svariate formalità burocratiche, e arriverà ad Assuan dopo più o meno sedici ore, sembra che degli overlander, hanno preso tutte le cabine disponibili, inoltre a causa dell’aumento dei biglietti aerie per l’Egitto molti passano di qui, quindi probabilmente dormirò sul ponte. Degli overlander sui camion non parlo, non è il mio tipo di vacanza ne di viaggio, stare su di un camion guidato da un altro per 10,000 chilometri, stare dentro chiuso con l’aria condizionata, per poi mettere la maglietta con la cartina da Cape Town al Cairo, è una cosa che potrò prendere in considerazione tra 40 anni quando sarò vecchio e … probabilmente molto rincoglionito …