Wadi Halfa – Assuan in ferry boat

‘Why are you wearing underwear?’

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Non c’è acqua …

Nonostante la diga sia a un paio di chilometri piena d’acqua questa mattina non c’è acqua …

Non ho ancora il passaporto, ma Magdi mi da fiducia, l’ho chiamato ieri sera mi ha detto che è venuto ma non mi ha trovato … ero all’internet point o in pasticceria … poi mentre guardo gli highlights di Korea – Giappone alla television del bar, Magdi arriva con biglietto e timbri vari e arriva anche l’acqua, in senso letterale, perchè l’acqua viene portata da un’autobotte e pompata nel serbatoio sul tetto, ci diamo appuntamento al porto per le 10 …

Devo pagare l’internet point che non aveva resto il giorno prima, mi fermo per l’ultima volta in pasticceria per l’ultimo yogurt magro, con dolci al miele, e arrivo al porto alle 10,45, ma non c’è problema, sono ancora lì tutti ad aspettare e con l’aiuto di Magdi, sono uno dei primi a finire la procedura, moduli, timbri, dogana, adesivo blu sulla bici e posso pedalare nella sabbia per circa due chilometri dove c’è la barca, in questo tratto potrebbe succedere di tutto, nave e ultimo controllo sono troppo lontani e in mezzo non controlla nessuno … Durante il nostro iter burocratico, abbiamo conosciuto e aiutato Dae un giapponese che è in giro da più di un anno e pensa di starne almeno ancora due … le cabine sono tutte occupate … Magdi ci consiglia di sederci nello scompartimento di seconda classe, vicino all’aria condizionata, è mezzogiorno, la barca partirà poco prima delle sei di sera … ad un certo punto devo tirare fuori il giubbino in goretex perchè sembra di essere al polo nord … la nave si riempe piano piano alla fine le persone saranno più di seicento … da un calcolo di Dae risulta che i giubbini non sono abbastanza per tutti … vicino a noi si siedono madre e figlia, la mamma sta andando a trovare dei parenti e la figlia importa elettrodomestici dall’Egitto, sulle lavatrici ci raccontano che hanno un margine di ricavo più del 100%, e comunque le lavatrici sono sempre più economiche di quelle che si trovano in Sudan dicono … la madre parla inglese bene, ha studiato a Khartoum dalle comboniane, ma è musulmana … la figlia capisce ma non vuole parlarlo …

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Scherziamo sulla mia abbronzatura, dividono con noi una torta e del carcadè, e ci tempestiamo di domande a vicenda, sia io che Dae abbiamo sempre visto il Sudan dal lato degli uomini, quindi ci interessa saperne un po’ di più sulle donne in un paese musulmano, siccome è pieno di bambini che vestono all’occidentale chiedo a che età iniziano a mettersi il velo, e la madre ci dice che sua figlia sotto l’abaya si veste all’occidentale, e la figlia ci mostra che sotto la tunica indossa dei jeans ‘pinocchietto’ alla moda … Avrei potuto prendere una specie di cabina nella disponibilità del capitano ma la compagnia era divertente e ho lasciato perdere …

Il freddo è insopportabile, così vado sul ponte dove trovo tutti i musungu che ho incontrato nell’ultima parte di questo viaggio coppia di svedesi della mia età, al ritorno dopo un anno in Africa, coppia di cinquantenni rumeni che vive in Sud Africa e sta tornando in Romania in macchina, giovane coppia svizzero tedesca di ritorno dopo dieci mesi, coppia di sessantenni australiani che stanno andando da Melbourne a Londra, infine suocero e genero, sudafricani di origine Indiana, che stanno concludendo il loro viaggio iniziato a Cape Town, racconti, risate e cena essenziale col buono pasto, aiutano a far passare il tempo. Molte di queste persone hanno lasciato il lavoro, torneranno sensibilmente più povere di quando sono partiti, non sanno cosa faranno al ritorno, ma la voglia di vedere, capire e mettersi alla prova è più forte e probabilmente la ricchezza interiore alla fine sarà aumentata.

Prima delle nove passiamo di fronte al tempio di Abu Simbel, che è illuminato e si vede discretamente ma non a sufficienza per fare fotografie …

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Quando torniamo giù in seconda classe dove pensiamo di dormire intabarrati vista la temperatura, riprendiamo la nostra conversazione, con le nostre vicine e altri sudanesi che si uniscono a noi, mentre stiamo parlando si avvicina un egiziano piccolo e pelato, con gli occhi invasati che dice che non posso stare lì con quell’ ‘underwear’ … biancheria intima … ossia i pantaloni da ciclista … dobbiamo andare nella seconda classe riservata agli uomini ‘soli’ perchè quello è il posto delle famiglie… le due famiglie di sudanesi che sono vicino a noi dicono di non farci caso che non c’è nessun problema … dopo mezzora torna con un manager della nave  e altre tre persone dicendo che dobbiamo andare … posso mettermi dei pantaloni diversi … ma adesso dice che non è più questione di pantaloni … dobbiamo andare e basta … i sudanesi ci dicono di restare e li mandano via … ritornano ancora una volta … ma vengono rimandati via … tornano infine con il capo della sicurezza la situazione tra sudanesi e egiziani si fa tesa volano parole dure … e penso sia meglio andare … salutiamo tutti i nostri amici sudanesi … e saliamo sul ponte vicino alla cabina del comandante … mentre saliamo uno degli esagitati ci dice ‘sono molto dispiaciuto ma devo difendere le nostre radici’ … questa affermazione si sente anche in Europa … curare troppo le radici a volte le fa marcire … Dae mette il suo materassino vicino alla cabina di comando … io sopra … si sta discretamente fa caldo ma il cielo è fantastico … sarà probabilmente l’ultima dormita a cielo aperto …

Arriviamo ad Assuan prima del previsto, anche a uscire dalla nave ci mettiamo relativamente poco, sto già pensando di fare una semitappa, ho già fatto il visto in Zambia … uscirò velocmente … pensavo … non ricordo un controllo del passapporto più lungo di questo … quando sulla nave devi consegnare il passaporto a un ufficiale … questo mi era successo solo all’aeroporto di Harare … il passaporto lo rivedrai il giorno dopo ad Assuan all’ufficio controllo passaporti … dopo essere passato con la bici in uno scan come quello dei check in all’aeroporto … aver passato la dogana … e aspettato all’ufficio passaporti tre ore circa … il capitano mi ha concesso di ricaricare il Blackberry Naif nel suo ufficio alla fine la batteria era al 100% … è stata l’occasione per congedarsi bene dagli altri musungu e Dae …

Uscendo c’era una pesa per i camion ci siamo tutti pesati e io la bici insieme facevamo a 114 Kg, per fortuna non lo sapevo in Etiopia! Bici e borse pesano più di 40 chili, e sì che mi sono limitato all’essenziale …

Wadi Halfa N 21° 79.285’ E 31° 37.13’  – Assuan N 23° 96.868’ E 32° 87.796’

550 km in ferry boat