Dodicesima tappa

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“Goodmorning!” dice un bambino  sul bordo della strada. Peccato che sono le 4 del pomeriggio. Non so perchè a partire dalla fine del Malawi “Good morning” è il saluto più comune a qualsiasi ora del giorno. Un bambino di più o meno dieci anni mi ha detto “Good morning Teacher”, io ho risposto “Good afternoon,  How are you?” e lui “Thank you, Teacher”…

Questa mattina volevo partire più presto perchè ero terrorizzato di trovare un’altra tappa come quella di ieri, sono riuscito a partire solo intorno alle 9, perchè la famiglia del preside mi ha accudito con tutte le attenzioni che un viaggiatore vorrebbe, ma questo richiede tempi tecnici! Scaldare l’acqua per lavarsi. Preparare da mangiare. Preparare il te.  E’ stato bellissimo vedere Itika preparere i mandazi, delle specie di frittelle di farina, tagliarli sul tavolo come si fa con gli gnocchi, non ho resistito a rubarne un pezzo crudo proprio come facevo con gli gnocchi di mia madre. Ne ho mangiati parecchi e sembra che la ricarica di carboidrati a base di mandazi funzioni visto come me la sono cavata in questa tappa.

Pronti via e la strada sale di brutto per 7 kilometri, vado avanti con fatica, fino a quando si  inizia a scendere in picchiata, 68 km/h la velocità massima, verso Uyole, poi giù, più dolcemente, ancora per una ventina di kilometri. Ieri ero così cotto che non mi ero nemmeno reso conto di essere salito così tanto. Per lunghi tratti ho costeggiato la ferrovia del Tazara Express , ma il treno non l’ho visto, e non certo per la velocità, partono solo due treni a settimana e sono lentissimi, quando lo presi l’anno scorso ci ha messo quasi quattro giorni da Kapiri Mposhi in Zambia a Dar Es Salaam in Tanzania.

Gli autisti tanzaniani sono finora i più spericolati, li trovo spesso nella mia corsia anche se vengono in senso opposto, sorpassano anche se io sto arrivando costringendomi ad uscire dall’asfalto. Alcuni un pò stronzi mi suonano da dietro finchè non mi sposto anche se di fronte non arriva nessuno.

Le motociclette cinesi hanno trovato un florido mercato in Tanzania, ce ne sono di tutti i tipi, da strada, a tre ruote come il nostro Ape Piaggio anche in versione Limousine con due file di sedili, ma quelle che domano la scena sono le Castro o Chopper. Sono super colorate e personalizzate con luci extra, specchietti cromati e selle stile indiano (d’America). Caschi ne ho visti pochi, non so se sia obbligatorio in Tanzania. Ho cercato di capire come riescano a comprare queste moto ma il tentativo è fallito a causa della barriera linguistica.

La lingua e le tradizioni sono importanti, ma l’impossibilità di comunicare, non aiuta a capirsi e aumenta la diffidenza verso l’altro.

Ieri sotto il sole nel pieno di una salita ripida ho visto una fontana con due ragazzi che riempivano delle taniche, quando mi hanno visto scendere dalla bici e dirigermi verso la fontana sono scappati gridando musungu, musungu, musungu …

Isongole Secondary School S 9° 03.971’ E 33° 59.619 – White House Guest House Igawa S 8° 76.719’ E 34° 37.960’

128 km