Cinquantasettesima tappa

Al Cairo ci sono windsurf e sci d’acqua … vecchiette che portano a spasso il barboncino! 

Alla faccia della polizia di Balyana che voleva farmi prendere il treno perchè l’Egitto è troppo pericoloso, del copto pauroso di tutto che mi ha creato un sacco di casini e voleva che facessi domanda per la scorta, di chi diceva che mi avrebbero stirato nel traffico impossibile del Cairo e che avrei fatto meglio a prendere un taxi e anche di chi diceva che ero troppo vecchio e i tempi troppo stretti.

Sempre verificare di persona! Continua a leggere

Cinquantaseiesima tappa

Come mai la ruota dietro è così svergola? 

A Maghegha ho avuto la risposta … una decina di raggi hanno ceduto!

Per fortuna ero in un paesone, prima un poliziotto mi manda in una strada dove ci sono solo gommisti e meccanici di moto … non aveva capito il problema …  poi un ragazzo in moto mi ha fatto strada fino in un vicolo dalla parte opposta della città, dove abbiamo finalmente trovato il ciclista … il negozio è piccolo e lui lavora in strada … si crea subito una folla di curiosi in prevalenza bambini … i meccanici mi offrono da fumare … non bevono ma nel fumo non si risparmiano … spiego ancora una volta ridendo che bici e fumo non vanno d’accordo … mi fanno sedere … e mi portano una coca e degli snack salati … la sostituzione dei raggi dura un’oretta … i nuovi raggi non sono perfettamente dritti … alcuni sembrano lavorati da un maniscalco … ma la ruota gira in modo accettabile e spero resista per gli ultimo 140 chilometri africani … quando è il momento di pagare mi dice che l’ha fatto per Allah e non gli devo niente nemmeno per i drinks … Continua a leggere

Cinquantacinquesima tappa

Missione compiuta! 

Stamattina mi sono svegliato alle nove!

Cazzo di budda!

Forse il mio corpo che è più intelligente di me, ha deciso che era meglio dormire, la tappa era relativamente corta, le due notti prima non avevo dormito molto, però svegliarsi alle nove vuol dire partire con il caldo, fare tutto di corsa e arrivare tardi … mi manca la sveglia naturale del Sudan, il rigirarmi in quei letti a cielo aperto … vedere arrivare il sole … fare la colazione con quello che c’è … ridendo con i camionisti … Continua a leggere

Cinquantaquattresima Tappa

Il cronometrino è stato asportato chirurgicamente … 

Le borse laterali dove ho tutto il mio bagaglio sono due: in quella di destra ho mantelline, cuffia di lana, utilissima in Etiopia, caricatori vari, beauty case, medicine, in quella di sinistra ho vestiti e computer e delle camera d’aria sul fondo. Le cose non vanno direttamente nella borsa che si vede all’esterno nelle foto, ma in un’altra, tipo sacca, rimovibile e impermeabile, da infilare come una matrioska in quella esterna. Le borse interne le ho svuotate completamente raramente, se non ricordo male l’ultima volta fu a Karthoum. Questa mattina prima di partire cercavo una mela che di solito metto nella borsa di destra, sopra un paio di pantaloncini da bici di riserva che stanno sopra il beauty case … quando cerco nella borsa di destra … trovo i vestiti! … i vestiti? … ieri sera c’era un black out e ero stanchissimo e non mi ero accorto che le sacche interne erano state invertite … quindi la polizia o il manager dell’albergo mentre mangiavo … mi hanno guardato nella borsa … figli di buona donna … può una rivoluzione finire con un militare al potere? … Continua a leggere

Cinquantatreesima Tappa

Giornata di merda! 

O meglio fine di giornata di merda …

Tutto era iniziato bene, colazione sontuosa con asporto di due panini con una specie di prosciutto  e formaggio, temperatura più accettabile del solito, e un paesaggio che si fa sempre più verde man mano che passano i chilometri. Qui il Nilo è sfruttato bene per l’agricoltura, oltre al solito grande canale parallelo al Nilo, ci sono anche dei piccoli canali dai quali, con l’ausilio di pompe diesel, l’acqua viene diretta in mezzo ai campi coltivati. Il mais è verdissimo come in Zambia si vede raramente. Ai lati della strada alte palme cariche di datteri donano un po’ d’ombra anche quando il sole è alto. Continua a leggere

Cinquantaduesima Tappa

Alla fine solo dodici chilometri in più del previsto … 

Sono partito alle 6,30 e ho pedalato nove ore, all’inizio, fino a mezzogiorno, la temperatura era accettabile, poi quando l’ombra si sposta da sinistra a verticale, e vedi solo la proiezione del manubrio e del telaio sotto di te, il caldo diventa asfissiante, per fortuna non c’è vento e rispetto al Sudan ci sono molti più negozi e bar per rifornirsi di acqua fresca. Anche qui ci sono le otri più piccole di quelle sudanesi e anche delle specie di fontane che filtrano l’acqua. Continua a leggere

Cinquantunesima Tappa

Vado o non vado?

Luxor è a 225 chilometri dal porto, con questo caldo difficilmente ce la farò ad arrivarci in una tappa, nei quindici chilometri dal porto ad Assuan non c’è vento contrario e peadalo discretamente, prima di partire, devo prelevare, comprare sim card egiziana, mangiare e bere qualcosa … giunto in centro riesco a fare queste cose velocemente … mangio due gelati … non è stata una grande trovata … bevo tanto … e dopo che Giorgia e dei taxisti mi hanno confermato che dovrebbe esserci una stamberga a Kom Ombu mi lancio … quando passo dal bel albergo vista Nilo che Giorgia mi aveva prenotato ho un breve tentennamento … ma ormai la decisione è presa … Continua a leggere

Wadi Halfa – Assuan in ferry boat

‘Why are you wearing underwear?’

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Non c’è acqua …

Nonostante la diga sia a un paio di chilometri piena d’acqua questa mattina non c’è acqua …

Non ho ancora il passaporto, ma Magdi mi da fiducia, l’ho chiamato ieri sera mi ha detto che è venuto ma non mi ha trovato … ero all’internet point o in pasticceria … poi mentre guardo gli highlights di Korea – Giappone alla television del bar, Magdi arriva con biglietto e timbri vari e arriva anche l’acqua, in senso letterale, perchè l’acqua viene portata da un’autobotte e pompata nel serbatoio sul tetto, ci diamo appuntamento al porto per le 10 … Continua a leggere

Notizie dalla casa base – Matteo sul lago Nasser

La voce della lunghissima registrazione in arabo che non mi sembra di riconoscere tra le molte sentite in questo tratto attraverso il Sudan mi sorprende, è seguita dalla brevissima ‘the number dialled is out of coverage area’ (il numero chiamato non è raggiungibile). Sono circa le 5,30 del pomeriggio in Zambia, all’ultima chiamata verso le 5 il traghetto non era ancora partito, c’era un trambusto nel sottofondo, non capivo molto solo il ‘chiamami dopo’ … Immagino il traghetto sia partito e che Matteo con la bamboo bike sia nel mezzo del lago Nasser prossima fermata Assuan in Egitto. Peccato! Io e i bambini ci eravamo preparati una telefonata da tifo da stadio per celebrare la fine del Sudan, anche Chimba aveva fatto le prove al telefono e diceva ‘Matteo, how are you?’, la chiamata la posticiperemo a domani per l’arrivo in Egitto.  Continua a leggere

Wadi Halfa – Riposo … in attesa del traghetto per Assuan

Oggi voglio riposarmi …

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Ieri mi sono addormentato alle nove, questa camera non offre il silenzio naturale di Abu Sara o Melik el Nasir, e in un albergo più o meno convenzionale come questo non si può portare il letto fuori, se ti svegli non vedi le stelle e la luna intorno a te, avvolto nel silenzio totale, vedi solo la luce del frigorifero e senti il rumore del condizionatore e delle pale della ventola, fa fresco come fuori ma con un dispendio di energia infinitamente superiore. Continua a leggere